tumore al seno unite si può
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 CONOSCIAMO IL NOSTRO CANCRO

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MessaggioTitolo: CONOSCIAMO IL NOSTRO CANCRO   CONOSCIAMO IL NOSTRO CANCRO EmptyGio 25 Ott 2012, 21:37

Il seno umano è un organo pari, posto nella regione anteriore del torace, ai lati della linea mediana, localizzate tra il terzo e il sesto spazio intercostale. La mammella poggia in particolare su due strutture muscolari: una più esterna, muscolo grande pettorale, ed una profonda,muscolo piccolo pettorale.
Il seno è un organo costituito in parte da tessuto adiposo, in parte da strutture ghiandolari: nel complesso queste componenti costituiscono la ghiandola mammaria.
Più in dettaglio la mammella è costituita da
• una componente ghiandolare, (una serie di piccoli lobuli che si uniscono a formare 15-20 lobi), ognuno dei quali ha uno sbocco verso il capezzolo attraverso un dotto galattoforo;
• una componente adiposa, in cui sono inserite ed immerse le strutture ghiandolari;
• una componente fibrosa di sostegno, che genera suddivisioni tra le diverse appendici ghiandolari.
Il tumore del seno è originato da un’eccessiva proliferazione di alcune cellule, in genere dalla ghiandola mammaria, che si staccano ed invadono i tessuti circostanti e, col tempo, altri organi.

Tipologie e classificazione (fonte AIRC)
Sono due i tipi di cancro del seno: le forme non invasive e quelle invasive.
Le forme non invasive sono due:
• il carcinoma duttale in situ  (o CDIS): è una forma iniziale di cancro al seno limitata alle cellule che formano la parete dei dotti. Se non viene curata può diventare invasiva.
• il carcinoma lobulare in situ  (CLIS): benché anche questo tipo di tumore non sia invasivo, è un segnale di aumentato rischio di formare tumori in ambedue i seni.
Le forme invasive sono due:
• il carcinoma duttale infiltrante: si chiama così quando supera la parete del dotto. Rappresenta tra il 70 e l'80 per cento di tutte le forme di cancro del seno.
• il carcinoma lobulare infiltrante: si chiama così quando il tumore supera la parete del lobulo. Rappresenta il 10-15 per cento di tutti i cancri del seno. Può colpire contemporaneamente ambedue i seni o comparire in più punti nello stesso seno.
IIl tumore del seno viene classificato in cinque stadi.
• Stadio 0: è chiamato anche carcinoma in situ. Può essere di due tipi:

o Carcinoma lobulare in situ: non è un tumore aggressivo ma può rappresentare un fattore di rischio per la formazione successiva di una lesione maligna.
o Carcinoma duttale in situ: colpisce le cellule dei dotti e aumenta il rischio di avere un cancro nello stesso seno.
• Stadio I: è un cancro in fase iniziale, con meno di 2 cm di diametro e senza coinvolgimento dei linfonodi.
• Stadio II: è un cancro in fase iniziale di meno di 2 cm di diametro che però ha già coinvolto i linfonodi sotto l'ascella; oppure è un tumore di più di 2 cm di diametro senza coinvolgimento dei linfonodi.
• Stadio III: è un tumore localmente avanzato, di dimensioni variabili, ma che ha coinvolto già anche i linfonodi sotto l'ascella, oppure che coinvolge i tessuti vicini al seno (per esempio la pelle).
• Stadio IV: è un cancro già metastatizzato che ha coinvolto altri organi al di fuori del seno.
Se il tumore viene identificato allo stadio 0, la sopravvivenza a cinque anni nelle donne trattate è del 98 per cento, anche se le ricadute variano tra il 9 e il 30 per cento dei casi, a seconda della terapia effettuata. Se i linfonodi sono positivi, cioè contengono cellule tumorali, la sopravvivenza a cinque anni è del 75 per cento.

Nel cancro metastatizzato, cioè quello che ha già colpito altri organi al di fuori del seno (in genere i polmoni, il fegato e le ossa), la sopravvivenza media delle pazienti curate con chemioterapia è di due anni, ma ciò significa che vi sono casi in cui la sopravvivenza è molto più lunga, anche fino a dieci anni.


SINTOMI (fonte AIRC)
In genere le forme iniziali di tumore del seno non provocano dolore.  Uno studio effettuato su quasi mille donne con dolore al seno ha dimostrato che solo lo 0,4 per cento di esse aveva una lesione maligna, mentre nel 12,3 per cento erano presenti lesioni benigne (come le cisti) e nel resto dei casi non vi era alcuna lesione.
Il dolore era provocato solo dalle naturali variazioni degli ormoni durante il ciclo.
Da cercare, invece, sono gli eventuali noduli palpabili o addirittura visibili. La metà dei casi di tumore del seno si presenta nel quadrante superiore esterno della mammella.
Importante segnalare al medico anche alterazioni del capezzolo (in fuori o in dentro), perdite da un capezzolo solo (se la perdita è bilaterale il più delle volte la causa è ormonale), cambiamenti della pelle (aspetto a buccia d'arancia localizzato) o della forma del seno.
La maggior parte dei tumori del seno, però, non dà segno di sé e si vede solo con la mammografia (nella donna giovane, tra i 30 e i 45 anni, con l'aiuto anche dell'ecografia).


STRUMENTI DIAGNOSTICI (fonte medicitalia.it)
La mammografia
E' l'esame più importante della diagnostica senologica e consiste in una radiografia della mammella in due o tre proiezioni (dall'alto in basso, lateralmente e obliquamente). La dose di radiazioni emessa dagli apparecchi mammografici più avanzati è minima e non causa alcun disturbo, anche ripetendo l'esame.
L'età per fare la prima mammografia in assenza di sintomi ed a scopo precauzionale varia dai 35 ai 40 anni, mentre nelle ragazze giovani deve essere eseguita in presenza di una alterazione sospetta.Con la mammografia è possibile scoprire le più piccole lesioni non ancora palpabili o microcalcificazioni che possono essere l'espressione di una iniziale proliferazione di cellule tumorali. Per questo è l'esame fondamentale per la diagnosi precoce del tumore al seno: gli screening mammografici hanno infatti portato ad una consistente riduzione della mortalità, in particolare delle donne in postmenopausa.
La mammografia è meno efficace nelle giovanissime, per la densità del tessuto ghiandolare, che limita il potere di risoluzione della metodica, riducendo il contrasto tra tessuto normale e patologico. Ecco perché nelle donne giovani può essere utilizzata l'ecografia.
L'ecografia
E' un esame semplice, che utilizza ultrasuoni per individuare o caratterizzare i noduli.
Oltre che per le donne giovani è indicata come integrazione della mammografia per le donne in menopausa, perché permette con assoluta sicurezza di distinguere un nodulo solido da una cisti e consente di orientare la diagnosi sulla natura del nodulo.

Deve sempre essere integrata dall'esame clinico.
I limiti sono rappresentati dall'impossibilità di evidenziare le microcalcificazioni, visibili solo in mammografia, e dalla difficoltà di esaminare le mammelle a costituzione prevalentemente adiposa, tipiche delle donne in post-menopausa.
L'esame citologico
Con la mammografia e l'esame clinico è l'accertamento fondamentale per la diagnosi del carcinoma mammario, perché indaga specificatamente le cellule. Può essere eseguito su secrezioni del capezzolo, sul liquido prelevato dall'aspirazione di una cisti o su materiale prelevato da una lesione solida.
L'esame citologico delle secrezioni è consigliabile solo quando queste sono sieroematiche (cioè costituite da sangue).


COME SI CURA
Per tutte le forme di tumore al seno è prevista l’asportazione.
Nei casi di tumore di piccole dimensioni viene effettuata la cosiddetta quadrantectomia, che consiste nell’asportazione appunto di un quadrante del seno che contiene le cellule malate. Nei casi di tumore di dimensioni maggiori di solito si procede alla mastectomia. Contestualmente viene prelevato il cosiddetto linfonodo sentinella (che possono essere anche più di uno), cioè i linfonodi più vicini alla zona malata. In caso di positività di questi si procede allo svuotamento del cavo ascellare. Spesso il sentinella viene esaminato “in diretta” nel corso dell’operazione in modo da poter procedere contestualmente allo svuotamento ascellare nel caso fosse necessario.
La ricostruzione poi è possibile sia nel caso di asportazione del quadrante sia se la donna ha subito mastectomia.
A seconda dei casi si procede poi con radioterapia e/o chemioterapia, e con altre terapie dipendenti dalla presenza o meno di recettori ormonali (in questo caso si procede con terapie ormonali mirate) e dalla presenza di un recettore chiamato HER-2/neu. Se questo recettore è presente in quantità elevate aumenta le possibilità di una recidiva. Per questo si propone alle pazienti l’assunzione di un farmaco che si chiama trastuzumab, che blocca i recettori. Allo studio vi sono altri farmaci biologici.


LINK DI RIFERIMENTO:
http://www.airc.it/tumori/tumore-al-seno.asp#nav1
http://www.medicitalia.it/minforma/Senologia/80/Tumore-della-mammella-diagnosi
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