Milano, 11 aprile - I tumori al seno non sono tutti uguali: ce n'e' un tipo in particolare, il cosiddetto 'HER-2 positivo', che e' molto aggressivo e che ha bisogno di un trattamento specifico, con un costoso anticorpo monoclonale in grado di ridurre del 46% le recidive. Proprio per questo e' stato presentato oggi a Milano lo studio Omero, la piu' vasta casistica di tumori HER2 positivi in Italia, alla presenza di Umberto Veronesi. I tumori HER-2 positivi - ricordano gli esperti - costituiscono il 20% di tutti i carcinomi mammari, cioe' circa 7000 casi sui 35000 tumori al seno che si verificano ogni anno in Italia. Rispetto al 'classico' tumore al seno, pero', gli HER-2 positivi possono insorgere in donne piu' giovani, hanno fattori di rischio diversi (ancora non identificati) e una risposta diversa alle terapie standard. Lo studio Omero e' nato proprio per confrontare tra loro le diverse tipologie di tumore e - come ha spiegato Sylvie Menard, dell'Istituto Nazionale Tumori (Int) di Milano e responsabile dello studio - ''per verificare se la diagnosi e le terapie attualmente utilizzate nel tumore della mammella sono valide anche per i tumori HER-2 positivi''. Lo studio Omero, che ha coinvolto anche diversi centri diffusi su tutto il territorio nazionale, tra cui l'Istituto Europeo di Oncologia diretto da Veronesi, ha raccolto in un database la storia clinica di 3200 pazienti (di cui 1600 con tumore HER-2 positivo), con dati relativi ad esempio ai fattori di rischio, ai metodi di screening e al tipo di chirurgia e di terapia medica adottati. I risultati del confronto confermano che i tumori HER-2 positivi sono piu' aggressivi e piu' sensibili alla chemioterapia rispetto i tumori 'classici', ma sono meno sensibili alla terapia ormonale; inoltre, la loro progressione e' piu' rapida e presenta ricadute piu' precoci, con un picco di recidive a 3 anni dall'intervento del 25%. Rispetto i fattori di rischio, invece, non e' emerso nulla di significativo: si sa solo che quelli dei tumori HER-2 positivi sono diversi, e che ad esempio anche se questi ultimi si osservano piu' frequentemente nelle donne giovani, la loro aggressivita' non dipende dall'eta' della paziente. Un altro obiettivo dello studio Omero e' quello di ottimizzare una nuova terapia per i tumori HER-2 positivi, basata sull'anticorpo monoclonale trastuzumab. Questo anticorpo, che costituisce una terapia adiuvante (e cioe' che si affianca, senza sostituirli, all'intervento chirurgico e ai necessari trattamenti farmacologici), ha gia' dimostrato nelle sperimentazioni di essere in grado di ridurre il rischio di recidiva tumorale del 46%. ''Una terapia specifica - ha continuato Menard - che cambia completamente la prognosi delle pazienti con questo tipo di tumore''. Eppure, anche quando utilizzato nelle fasi precoci della malattia, il trastuzumab e' efficace solo in una paziente su 2. Per questo motivo oggi e' stato presentato anche lo studio Demetra, che avra' lo scopo di seguire nel tempo le pazienti trattate con trastuzumab, per identificarne gli effetti collaterali o l'insorgenza di eventuali metastasi. ''Lo scopo finale - ha aggiunto Menard - e' quello di agire anche su quel 50% di pazienti che non ha risposto bene alla terapia''.
Milano, 18 aprile 2012 - Il trastuzumab (nome commerciale Herceptin) è un farmaco che viene offerto alle donne con tumore al seno HER2 positivo, in aggiunta alla chemioterapia standard. E’ un farmaco con un importante potenziale terapeutico: aumenta le probabilità di sopravvivere e riduce il rischio di recidive. Le donne con tumore al seno HER2 positivo sono circa un quinto delle donne malate e, se non ricevono il trattamento, hanno una prognosi peggiore rispetto alle pazienti HER2 negative. Allo stesso tempo, però, le donne che ricevono trastuzumab hanno anche un maggiore rischio di andare incontro a problemi di cuore. Queste le conclusioni principali di una autorevole revisione sistematica pubblicata sulla Cochrane Library.
Il tumore al seno è il tumore più frequentemente diagnosticato nelle donne. Alcune cellule tumorali, tra i diversi tipi presenti, producono in elevata quantità una particolare proteina, chiamata recettore per il fattore di crescita epiteliale (HER2) e sono per questo motivo definiti HER2 positivi. Il trastuzumab appartiene alla nuova generazione di farmaci biotecnologici (o terapia biologica target), farmaci che bloccano il recettore sovra espresso e impediscono la trasmissione del segnale che porta le cellule tumorali a moltiplicarsi in maniera eccessiva e incontrollata.