I carcinomi mammari cosiddetti tripli negativi costituiscono una sottospecie dei carcinomi mammari, circa il 10-15 %, e colpiscono più frequentemente donne giovani, di età inferiore ai cinquant’anni.
Sono così chiamati perché non esprimono i recettori ormonali (né il recettore per l’estrogeno ER, né quello per il Progesterone PgR), e perché mancano dell’espressione del recettore di membrana HER2 (ER negativo, PgR negativo, HER2 negativo). Questo significa che le terapie a disposizione dell’oncologo sono limitate dal fatto che non è possibile, al momento, identificare un particolare bersaglio per una terapia “mirata”. Infatti le cellule tumorali triple negative non sono sensibili né alle terapie ormonali né ai farmaci biologici mirati sul bersaglio molecolare HER2 come il trastuzumab e il lapatinib.
I tumori tripli negativi rappresentano in realtà un insieme variegato di patologie: la stessa dizione tripli negativi definisce quello che questi tumori non sono (la negatività ai recettori ormonali e all’HER-2) senza tener conto quindi della eterogeneità molecolare dei vari sottogruppi che si raccolgono sotto questo nome.
Allo stato attuale l’unica terapia efficace per la cura di questi tumori è quindi solo la chemioterapia, ma sono in corso importanti studi di oncologia molecolare e sperimentazioni su nuovi farmaci (Cetuximab, Abraxane-Bevacizumab, Parp-inibitori).
Molte altre strade sono aperte alla ricerca oncologica affinché possano essere trovate cure efficaci e sempre più mirate anche per carcinomi “difficili” come i tripli negativi.
da Annastaccatolisa.