La mia esperienza diretta sulla cura delle metastasi ossee (diffuse sia alla colonna vertebrale che ad entrambi i femori, con maggiore coinvolgimento di quello destro), è la seguente:
in prima linea sono stata trattata con terapia ormonale (tamoxifene – compresse di Nomafen da 20 mg., una al giorno) e bifosfonati (Bondronat – trattasi di “cugino” del più noto Zometa; i medici hanno optato per questo farmaco perchè meno tossico a livello renale e quindi poteva essere somministrato per un periodo di tempo più lungo – l'infusione viene fatta ogni 4 settimane, dura circa 40 min e poi a me facevano altri 20 min di lavaggio con soluzione fisiologia, quest'ultimo trattamento non viene eseguito in tutte le strutture), e visto che i dolori erano notevoli ho dovuto fare ricorso anche alla radioterapia per la vertebra L2 che era quella più interessata, trovando immediatamente sollievo al dolore (10 sedute, una al giorno dal lunedì al venerdì che mi davano molto fastidio a livello gastrico, poi sopperito con una pastiglia di plasil un'ora prima del trattamento).
A due anni di distanza la tac ha evidenziato una progressione della malattia e quindi, in seconda linea, la terapia è stata modificata passando al Femara come terapia ornomale (sempre una pastiglia al giorno), ed al posto del bifosfonato, un anticorpo monoclonale totalmente umano Denosumab, conosciuto commercialmente con il nome di Xgeva (trattasi di iniezione sottocute che viene fatta una volta ogni 4 settimane, dopo aver controllato i valori di calcio e creatinina nel sangue); la radioterapia è stata valutata non necessaria al momento.
A breve farò anche una visita specialistica presso medico dell'Istituto Rizzoli di Bologna per valutare la possibilità di utilizzare qualche altra terapia innovativa soprattutto per la vertebra D8 che presenta una frattura patologica importante.
Per quanto riguarda il farmaco Afinitor so per certo che lo IEO di Milano lo sta già prescrivendo ..